- 1942-1943
av Massimiliano Afiero
446,-
Nell¿estate del 1942, le forze tedesche ritornarono ad attaccare sul fronte dell¿Est, questa voltaconcentrandosi esclusivamente nel settore meridionale, con l¿obiettivo di conquistare Stalingrado eil Caucaso. La scelta di attaccare in quella regione, fu dettata soprattutto dall¿esigenza di prendereil controllo dei ricchi giacimenti petroliferi del Caucaso, per poter avere riserve di carburantesufficienti per combattere una guerra, diventata ormai mondiale. La divisione Wiking, dopo esserestata impegnata nella riconquista di Rostov, penetrò profondamente nelle regioni caucasiche,superando i numerosi corsi d¿acqua che attraversavano quelle terre, affrontando mille insidie emille combattimenti, contro un nemico sempre più agguerrito, coriaceo e soprattutto inafferrabile.Nel corso di questa nuova campagna, mancarono infatti le grandi manovre di annientamento delleforze sovietiche, che avevano caratterizzato la campagna estiva del 1941. Questa volta, i comandi ei soldati sovietici impararono a ripiegare e a raggruppare le loro forze per poi lanciare ferocicontrattacchi, unendo al coraggio anche l¿astuzia. Malgrado tutto, i reparti SS riuscirono adarrivare fino alle lontane regioni asiatiche, minacciando di giungere fino alle coste del Mar Caspio.Le condizioni del terreno, la forte resistenza del nemico, i problemi logistici e le pesanti perdite,frenarono le sue ambizioni e quelle di tutte le forze tedesche. Con l¿aggravarsi della situazione sulfronte di Stalingrado, le forze tedesche nel Caucaso, furono costrette a ripiegare rapidamente perevitare di finire intrappolate a loro volta e fu proprio la stoica resistenza dei reparti tedeschi di vonPaulus, a salvarle, dandogli il tempo di ritirarsi verso nord e ritornare sulle posizioni occupatel¿anno precedente. La divisione Wiking fu impegnata in una terribile ritirata d¿inverno,caratterizzata da durissimi combattimenti contro il nemico e contro il freddo glaciale, lamentandoulteriori pesanti perdite, riuscendo a ritirare i superstiti di quella terribile avventura oltre il fiumeMius. Come per tutti gli altri numeri di Fronti di Guerra, la cronologia degli eventi è raccontataattraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, i rapporti di guerra del periodo, i documentioriginali, il tutto accompagnato come sempre da un eccezionale corredo iconografico, mappe,documenti e immagini, provenienti dagli archivi militari di tutto il mondo e dalle principalicollezioni private, per rendere ancora più avvincente la trattazione degli argomenti. Sperando diaver realizzato un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziare tutti gli amici e i collaboratori chehanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo numero di Fronti di Guerra e invito tutti asegnalare eventuali aggiunte o correzioni.