av Giuseppe Argento
270,-
Dioniso, il dio greco dell'ebbrezza e dei misteri, della morte e della rinascita, non ha un volto: quando si guarda allo specchio vede il Mondo. Giano, il dio romano del tempo e delle porte, dei solstizi e degli inizi, non ha uno specchio. Però ha due volti che guardano in direzioni opposte, verso l'infinito: è l'istante, è la porta dell'attimo tra passato e futuro. Dioniso è il cerchio e lo spazio del Mondo che in se stesso si specchia. Giano è l'istante del tempo che fugge. Insieme sono la causa e la sostanza del Mondo: tempo, spazio, causalità. La prima carta dei Tarocchi, il Mago, guarda in avanti, come uno dei volti di Giano, e si riflette nel Mondo, come Dioniso. L'ultima carta, il Matto, guarda indietro, come l'altro volto di Giano, e come Dioniso ritorna all'origine della danza cosmica. Fra questi estremi si snoda l'itinerario degli Arcani, rivelando potenzialità e pericoli, illusioni e delusioni, esaltazioni e cadute, tra potenza e follia, su un sentiero affilato come la lama di un rasoio. Il percorso è qui commentato nella prospettiva dell'ermetismo, della mitologia e della psicologia, fino alla chiave finale: il mito dell' eterno ritorno e la volontà di potenza.