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Böcker av Massimo D'azeglio

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  • av Massimo D'azeglio
    356,-

    - Perdono! disse Niccolò pieno il volto d'una pietà tenera e malinconica, e di qual colpa v'ho io a conceder perdono, poveri figliuoli miei?... Ah! no.... non è vostra la colpa, ma de' vostri rettori, di quelli che vi dovean difendere e v'hanno abbandonati.... Non avete risposto alle mie parole! Che v'era a rispondere? Ah! lo vedo, lo conosco anch'io che per noi non v'è più rimedio, che siam condannati da Dio.... s'io vi parlava a quel modo, egli è perchè non si può veder disperse le speranze e le fatiche di tutta la vita, non si può veder la patria oppressa, caduta a mano de' nemici e de' traditori, e rimaner muti, coll'occhio asciutto.... ma lo so, lo so, figliuoli; che potete far voi o...

  • av Massimo D'azeglio
    356,-

    Il capitano Puccino, al quale Lamberto era stato affidato, si fece avanti per condurlo all'alloggiamento. - Andiamo, valentuomo, gli disse, l'acqua che ti gocciola d'indosso da quel che vedo non è chiara per tutto. - - Nulla, nulla, rispose Lamberto, una leccatura qui nella spalla.... Lasciatemi prima dar un'occhiata a quel balestriere che ho fatto prigione.... s'egli è di qua o di là. - Itosene in così dire ove l'avean dapprima posto a giacere, lo trovò in mezzo a un cerchiello di soldati, e già s'era levato a sedere, nè pareva lontano dal riprender del tutto gli spiriti e le forze.

  • av Massimo D'azeglio
    356,-

    Durante questi ascosi colloquj, s'era fatto notte chiusa, e la camera rischiarata soltanto dal lumicino della lampada, era in una semi-oscurità che in tutt'altro momento avrebbe avvertito i due giovani a provvedersi di maggior lume, ma in quel momento non se n'avvedevano. La famiglia s'era già radunata al pian terreno nella stanza di Niccolò per le orazioni della sera, e mancando Lamberto e Laudomia, Vieri s'era fatto a piè di scala per chiamarli; la sua voce si fece udire, e risuonò per tutta la casa, ma non all'orecchio de' due chiamati, che non s'accorsero di nulla, e Vieri, non dandosene maggior pensiero, ritornò al fuoco cogli altri, mentre Lamberto proseguiva...

  • av Massimo D'azeglio
    356,-

    I fatti che stiamo per narrare accaddero circa il tempo in cui Firenze era assediata dall'esercito di Carlo V, il quale per mandare ad effetto il trattato di Barcellona conchiuso con Clemente VII, voleva costringere i Fiorentini a sottomettersi al dominio de' Medici. Il popolo di Firenze negava di riceverli pure come privati e si difendeva, fatto animoso dalla memoria di que' Medici stessi tanto facilmente cacciati nel 1527; dalle profezie di fra Girolamo Savonarola; dal desiderio del viver libero; dall'armi e dalle fortezze ond'era munito per cura della parte detta de' Piagnoni...

  • av Massimo D'azeglio
    356,-

    Ettore Fieramosca e la disfida di Barletta

  • av Massimo D'azeglio
    260 - 556,-

  • av Massimo D'azeglio
    516 - 800,-

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