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Un elefante in bottiglia

Om Un elefante in bottiglia

L'elefante è metafora della memoria, va protetto. E la bottiglia che idealmente lo contiene, il tempo, dovrebbe essere trasparente per mostrare a tutti il suo contenuto, affinché chi legge possa capire la pericolosità storica dell'oblio. Ovviamente l'elefante in bottiglia rimarrà per l'umanità una meravigliosa utopia, un sogno filosofico, perché la storia la scrivono i vincitori e il vetro della bottiglia è spesso appannato dall'alito dei potenti. Destrutturando il senso di noia del comune buon senso, ecco tre racconti, tre "favole" surreali. L'elefante sorride perfino. Eccovi la storia della Repubblica dei fiori che si comportano esattamente come gli uomini, e di questi possiedono difetti e virtù, immersi come sono in una trama surreale e multifloreale (ossia multirazziale) in cui non mancano dittatori che si oppongono ai difensori della libertà e magica nascita di una particolare Idea, in cui le prospettive si rovesceranno e tutto cambierà. Troverete anche una favola ecologica proiettata in un futuro prossimo distopico e onirico e per finire un giallo onirico che sfugge alle regole classiche del giallo per creare una trama carica di riferimenti simbolici. La penna dell'autrice, in ogni pagina de "L'elefante in bottiglia" è come un impietoso riflettore puntato sull'essere umano. Il fascio di luce lo attraversa, lo circonda, lo ingloba e rivela come, se opportunamente "coltivato", esso si trasformi in un automa decerebrato. Il tanto decantato "homo sapiens" ben coperto e allineato, inquadrato come un soldatino di piombo non si è nemmeno accordo di essere regredito nella scala dell'evoluzione tanto da autocondannarsi a una grigia esistenza, governata da un caos insensato e annientatore solo per assecondare uno smodato egoismo. Ha voglia di sbandierare ad ogni piè sospinto la sua discutibile superiorità su qualsiasi altra forma vivente quando, troppo spesso, si dimentica di avere un cervello e, di conseguenza, la razionalità che dal suo buon uso scaturisce. Biasimevole, ottusa e intenzionale rinuncia a una qualità innata che, se ben utilizzata, porterebbe a migliorare il singolo, la collettività e il mondo che ci circonda. In fondo, Mary Blindflowers con questo libro non ha messo solo l'elefante in bottiglia ma l'intera società e il vetro trasparente di cui è composta rimanda, con amara spietatezza, il suo dirigersi a grandi falcate verso il capolinea. (Cinzia Baldini). Prefazione di Cinzia Baldini Nota critica di Angelo Giubileo.

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  • Språk:
  • Italienska
  • ISBN:
  • 9798373182959
  • Format:
  • Häftad
  • Sidor:
  • 200
  • Utgiven:
  • 9. januari 2023
  • Mått:
  • 140x216x12 mm.
  • Vikt:
  • 259 g.
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Beskrivning av Un elefante in bottiglia

L'elefante è metafora della memoria, va protetto. E la bottiglia che idealmente lo contiene, il tempo, dovrebbe essere trasparente per mostrare a tutti il suo contenuto, affinché chi legge possa capire la pericolosità storica dell'oblio.
Ovviamente l'elefante in bottiglia rimarrà per l'umanità una meravigliosa utopia, un sogno filosofico, perché la storia la scrivono i vincitori e il vetro della bottiglia è spesso appannato dall'alito dei potenti.
Destrutturando il senso di noia del comune buon senso, ecco tre racconti, tre "favole" surreali.
L'elefante sorride perfino.
Eccovi la storia della Repubblica dei fiori che si comportano esattamente come gli uomini, e di questi possiedono difetti e virtù, immersi come sono in una trama surreale e multifloreale (ossia multirazziale) in cui non mancano dittatori che si oppongono ai difensori della libertà e magica nascita di una particolare Idea, in cui le prospettive si rovesceranno e tutto cambierà. Troverete anche una favola ecologica proiettata in un futuro prossimo distopico e onirico e per finire un giallo onirico che sfugge alle regole classiche del giallo per creare una trama carica di riferimenti simbolici. La penna dell'autrice, in ogni pagina de "L'elefante in bottiglia" è come un impietoso riflettore puntato sull'essere umano. Il fascio di luce lo attraversa, lo circonda, lo ingloba e rivela come, se opportunamente "coltivato", esso si trasformi in un automa decerebrato.
Il tanto decantato "homo sapiens" ben coperto e allineato, inquadrato come un soldatino di piombo non si è nemmeno accordo di essere regredito nella scala dell'evoluzione tanto da autocondannarsi a una grigia esistenza, governata da un caos insensato e annientatore solo per assecondare uno smodato egoismo. Ha voglia di sbandierare ad ogni piè sospinto la sua discutibile superiorità su qualsiasi altra forma vivente quando, troppo spesso, si dimentica di avere un cervello e, di conseguenza, la razionalità che dal suo buon uso scaturisce. Biasimevole, ottusa e intenzionale rinuncia a una qualità innata che, se ben utilizzata, porterebbe a migliorare il singolo, la collettività e il mondo che ci circonda.
In fondo, Mary Blindflowers con questo libro non ha messo solo l'elefante in bottiglia ma l'intera società e il vetro trasparente di cui è composta rimanda, con amara spietatezza, il suo dirigersi a grandi falcate verso il capolinea. (Cinzia Baldini). Prefazione di Cinzia Baldini
Nota critica di Angelo Giubileo.

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