Om Il Dojo
Per dirla con Shakespeare, the world is your oyster, il che significa che nella nostra vita non c'è nulla che non possiamo fare o posto in cui non possiamo andare, perché abbiamo la potenzialità innata di farlo.
Nel mondo della cultura classica giapponese, questo passaggio dalla potenza all'essere si sviluppa attraverso un duro cammino iniziatico, lo shugyō, in cui un individuo procede verso se stesso attraverso l'allenamento, o keiko. Nella realtà della pratica marziale del mondo odierno, può essere assai utile interrogarsi sugli scopi ultimi delle arti marziali: a che cosa serve il budō oggi? Il conflitto che affrontiamo e per cui ci dobbiamo munire non è un conflitto armato. Si tratta di uno scontro permanente, pervadente e sottile, integrato nella nostra società, e inscindibile da essa: è il conflitto delle relazioni interpersonali. Siamo sempre di più, e sempre più collegati, connessi, ciascuno sempre più all'interno dello spazio vitale degli altri. Ne consegue che qualsiasi allenamento che abbia una funzione e che sia necessario deve oggi indirizzarsi a fornire strumenti per combattere le battaglie delle relazioni interpersonali del guerriero disarmato moderno.
Il dōjō, come si evince dall'idea stessa di questo libro e dai vari contributi che lo compongono, rappresenta il luogo fisico ove munirsi di questi strumenti. Qui, attraverso il keiko, si studiano le strategie che consentono di sopravvivere in salute e prosperità alle disarmate battaglie quotidiane che tutti conosciamo e sperimentiamo.
Il dōjō è una significativa metafora di quello che avviene nell'animo umano, con i suoi incontri e scontri, con l'ondeggiare costante di progresso e regresso, di compagnia e solitudine, ispirazione e stagnazione. Ed è probabilmente per questo motivo che dopo decenni trascorsi al suo interno, le strutture che ci ha fornito ci indicano la via verso la libertà interiore, talvolta anche nei confronti della pratica marziale e del dōjō stesso.
- Simone Chierchini -
Contenuti: Prefazione di Alberto Conventi. Introduzione di Simone Chierchini. Marco Aliprandini Colloquia con Simone Chierchini: Ricordi - L'Albero e lo Scoiattolo - L'Opa - Il Responsabile (di Dojo) - Sensei e/o Profe - Lo Spazio della Pratica - Il Dojo Interiore - Una Disciplina Aristocratica - Maneggiare "il Nuovo" con Cura - Conclusione. Dojo - Visioni Multifocali: Harald Ausserer. Silvano D'Antonio. Thomas Ladurner. Lorenzo Casadei. Piero Meloni. Rubén Darío Viloria Sarache. Fabrizio Pietrosanti. Peter Boylan. Patrizia Nicolazzo. Fiordineve Cozzi. Margarete Egger. Alberto Conventi. Víctor Araníbar. Luigi Leo Gargiullo. Koji Watanabe.Milena Wayllany. Gabriel Valibouze. Alexandra Windegger. Carlo Cocorullo. Ermanno Pattaro. Piernicola Vespri. Michele Frizzera. Hans Gufler. Riccardo Zamperlin. Mimmo Casale. Lia Suzuki. Paolo Gangi e Riccardo Favalli. Roberto Foglietta. Yukie Kawaguchi. Andrea Re.
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